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Digitalizzazione delle PMI nelle B2B
Il percorso verso la digitalizzazione delle PMI nel settore B2B è lungo e tortuoso, ma allo stesso tempo anche ricco di opportunità. L’implementazione di nuove tecnologie in un’azienda, a primo impatto, non è così economica e immediata; tuttavia, una volta acquisita si traduce in un proficuo investimento di tempo e risorse.
Il processo della digitalizzazione delle PMI italiane ha avuto un importante impulso con la cosiddetta Industria 4.0, detta anche Smart Factory, caratterizzata dall’utilizzo di nuove tecnologie interconnesse tra loro, quali l’intelligenza artificiale, sistemi in cloud, big data, robotica, Internet of Things (IOT), sensoristica avanzata, stampa 3D, ingegneria genetica, e molte altre.
Come procede il processo di digitalizzazione delle PMI in Italia?
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Pandemia e digitalizzazione
In seguito alla pandemia mondiale, il processo di digitalizzazione delle piccole e medie imprese nel B2B ha subito un’accelerazione che ha consentito una rivoluzione del processo di vendita grazie all’utilizzo di e-commerce, strumento fondamentale per mantenere una continuità operativa anche in un contesto economico di forte crisi (tanto che il mercato dell’e-commerce B2B è valso 406 miliardi di euro nell’ultimo biennio secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale).
Le aziende del settore hanno dovuto quindi adattare i propri processi organizzati e lavorativi ad un contesto a cui non erano ancora ben preparate. Una delle soluzioni più adottate è stato il lavoro da remoto che secondo l’Osservatorio Smart Working, è stato adottato dal 58% delle PMI durante l’emergenza, mentre il 60% delle PMI evidenziava l’esigenza di riprogettare i propri processi aziendali lungo la supply chain al fine di renderla più efficiente.
Sempre secondo il sondaggio, le imprese che presentavano dei processi lavorativi già digitalizzati hanno rilevato meno problemi operativi nel momento in cui vi è stato lo scoppio della pandemia, a discapito invece delle PMI che non avevano una base tecnologica digitale.
Ad oggi, sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio Innovazione Digitale, almeno 7 PMI su 10 utilizzano dei servizi in Cloud, mentre 9 PMI su 10 gestiscono i loro documenti mediante sistemi elettronici che possono essere dai più avanzati ai più basici.
Se da un lato l’emergenza sanitaria ha dato una spinta alla digitalizzazione delle PMI, si può comunque notare come nelle aziende manifatturiere vi sia comunque un rallentamento della digitalizzazione rispetto invece alle aziende di servizio, dove le nuove tecnologie appaiono come maggiormente integrate nei processi lavorativi.
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PMI B2B in Italia
Nonostante la grande spinta alla digitalizzazione, in Italia, per quasi due aziende B2B su tre (63%) la digitalizzazione rimane ancora un problema concreto da affrontare. Infatti, secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’indice ideato dalla Commissione Europea per misurare i progressi compiuti dai paesi dell’Unione Europea in termini di transizione digitale, la digitalizzazione delle PMI in Italia è a livelli inferiori rispetto alla media Europea. Nel 2021 si è posizionata al ventesimo posto fra i 27 Stati membri, che di per sé è una posizione ancora molto bassa all’interno di quello che è il contesto della digitalizzazione.
Inoltre, dal DESI emerge come solo il 15% delle imprese italiane (5 punti percentuali sotto la media UE) eroghi formazione in ambito di tecnologia informatica. Come conseguenza, si osserva anche un alto gap nelle competenze digitali di base, in quanto solo il 69% dei lavoratori italiani ha competenze di informatica di base (come ricerca informazioni online, copia/incolla file, salvataggio file in cloud), contro l’88% della media dell’Unione Europea.
Tutto ciò ha un effetto a catena sulle piccole e medie imprese: infatti, solo il 24% delle PMI ha delle figure dedicate all’ICT all’interno della propria struttura, un dato alquanto esiguo rispetto alla media europea (39%).
Per quanto riguarda il livello di digitalizzazione all’interno del Paese, si può notare inoltre una diffusione disomogenea delle PMI digitalizzate: il Nord risulta infatti più digitalizzato rispetto al Mezzogiorno, tuttavia, si stima che questo digital divide sarà col tempo colmato.
A tal proposito il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) potrebbe rappresentare un’ottima occasione di un’occasione per le PMI di investire nell’innovazione tecnologica.
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Perché è importante investire nella digitalizzazione
Ci sono diverse ragioni per cui le PMI dovrebbero investire nella digitalizzazione:
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Semplificazione: grazie alla digitalizzazione vi è un risparmio importante di tempo e risorse sia umane che economiche, snellendo i flussi di lavoro e automatizzando diverse fasi relative alla produzione, distribuzione, vendite, customer care e molto altro.
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Competitività: investire nel digitale significa anche riuscire a stare a passo con i rapidi cambiamenti che si verificano in ambito aziendale
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Maggior produttività: la digitalizzazione e l’automatizzazione porta con sé anche una maggiore produttività
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Risparmio dei costi: grazie al digitale il risparmio di tempo e risorse si traducono anche in risparmio di costi
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Riduzione dei rischi: la digitalizzazione riduce notevolmente i rischi di errore e di fermo macchina con aggiornamenti costanti ed in tempo reale del sistema
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